Negli ultimi anni, il panorama del turismo internazionale ha visto emergere nuove destinazioni che vanno oltre le classiche capitali europee o i paradisi tropicali. Città come Dubai, Singapore, Doha, Riyadh e Abu Dhabi stanno diventando veri e propri hub del turismo contemporaneo, capaci di attrarre milioni di visitatori con una formula che mescola futurismo, lusso, intrattenimento e infrastrutture all’avanguardia.
Dubai è l’esempio più emblematico: nata come piccolo centro commerciale negli anni Sessanta, è oggi una metropoli verticale e multiculturale, simbolo di un turismo esperienziale fondato sull’eccesso, sull’effetto wow e su servizi di altissimo livello. I visitatori vengono attirati da grattacieli iconici come il Burj Khalifa, resort da sogno come l’Atlantis The Palm, e centri commerciali trasformati in vere città del consumo. A tutto questo si aggiunge un’offerta culturale in crescita, con musei futuristici come il Museum of the Future e un numero sempre maggiore di eventi internazionali.
A Singapore, la formula cambia: la città-stato asiatica è un esempio di efficienza, ordine e armonia tra modernità e natura. L’architettura futuristica dei Gardens by the Bay convive con l’eredità coloniale, la giungla urbana lascia spazio a ristoranti stellati, street food e giardini verticali. Il turismo qui si lega strettamente all’innovazione tecnologica e alla sostenibilità ambientale.
Nel Golfo Persico, anche città come Doha e Riyadh stanno investendo in modo massiccio sul turismo. Doha, capitale del Qatar, ha conquistato visibilità globale con i Mondiali di calcio del 2022 e continua ad espandere la propria offerta turistica tra musei d’arte islamica, isole artificiali e quartieri high-tech. Riyadh, invece, punta a diventare una delle principali destinazioni del Medio Oriente grazie al progetto Saudi Vision 2030, che mira a diversificare l’economia saudita con investimenti in cultura, sport, intrattenimento e turismo.
Un elemento comune a queste mete è la capacità di trasformarsi in tempi rapidissimi, costruendo dal nulla quartieri, infrastrutture e attrazioni turistiche di grande impatto. Si tratta di destinazioni pensate più per l’internazionalità che per la tradizione, dove l’esperienza del visitatore è al centro di un sistema progettato con precisione.
Tuttavia, cresce anche il dibattito sul modello di turismo che queste città rappresentano: un turismo spesso elitario, molto legato al consumo, e talvolta distante dai ritmi e dalla vita autentica delle popolazioni locali. A questo si aggiungono temi etici legati ai diritti umani, alla sostenibilità ambientale e alla gestione delle risorse.
Nonostante le contraddizioni, mete come Dubai e le sue “sorelle” nel mondo sono oggi simboli di una nuova fase del turismo globale: iperconnessa, spettacolare, aspirazionale. Per molti viaggiatori, rappresentano il sogno moderno di un mondo senza confini, dove tutto è possibile, tutto è costruito per stupire e tutto sembra a portata di mano.